“Salve, ho visto che cercate una commessa. Deve avere massimo 29 anni, giusto?”
“Eh, si, ma l’annuncio sta per scadere.”
“Quindi se non trovate nessuno, non avete più limiti di età?”
“Si potrebbe chiudere un occhio.”
“Capisco, le spiego: io ho 32 anni e sto cercando un lavoro. C’è forse troppa differenza fra 29 e 32?”
“Eh si, un po’. Grazie comunque per essere passata.”
Questa è stata la mia giornata di oggi.
Sentirsi vecchia senza esserlo. Perché, parliamoci chiaro, io a 32 anni col cazzo che sono vecchia. Quindi adesso cosa dovrei fare? Tirarmi allegramente i peli pubici aspettando un miracolo?
Sono uscita dalla libreria (e si, era una libreria e a nulla è servito il fatto che alla domanda “Ma ami leggere?”, io abbia risposto con occhi sognanti di si) indossando i miei occhiali da sole neri e ho iniziato a piangere in maniera discreta perché non volevo che qualcuno mi vedesse, ma la rabbia e la delusione erano troppo forti per far finta di niente.
E di nuovo mi ritrovo a vagare con la vista annebbiata aspettando un’altra possibilità che la mia età fermerà.
Di natura sono una persona ottimista, ma oggi non voglio esserlo.
Domani mi alzerò incazzata e cercherò una soluzione, ma oggi no.
Oggi voglio piangere e sfogarmi.